Oggi, in Basor Electric, siamo orgogliosi di partecipare alla celebrazione globale della Giornata Internazionale delle Donne nell’Ingegneria. Si tratta di un momento speciale per onorare ed evidenziare i risultati ottenuti dalle donne nel campo dell’ingegneria, oltre che per sensibilizzare sull’importanza della diversità e dell’inclusione in questo settore in continua evoluzione.
In questa occasione, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare la nostra collega Raquel García, che dopo molti sforzi e dedizione è diventata ingegnere chimico per vocazione.
In questa intervista scopriremo cosa spinge una donna come Raquel a dedicarsi a questo lavoro e come si svolge il lavoro dall’interno.
1.Ciao Raquel. Per permettere ai nostri lettori di conoscerti meglio, cosa puoi dirci?
Sono Raquel García, ho 24 anni, sono nata ad Almansa (Albacete) ma tutta la mia famiglia è originaria di Águilas (Murcia) e sono cresciuta in una famiglia umile e laboriosa. Ho studiato una laurea in Ingegneria Chimica presso l’Università di Alicante e successivamente ho conseguito un Master in Ingegneria Chimica presso la stessa università. Attualmente lavoro presso BASOR Electric, il mio primo impiego, come responsabile delle operazioni.
2. Cosa significa per lei essere un ingegnere?
Per me essere ingegnere significa aver raggiunto l’obiettivo di ottenere la qualifica che mi piace e mi rappresenta, oltre ad aver adottato le competenze e le attitudini necessarie per esserlo. È qualcosa che mi ha richiesto molto impegno, duro lavoro e dedizione, quindi mi sento molto orgoglioso di esserlo. Inoltre, la mia famiglia ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di studiare, cosa di cui sono molto grata e che rappresenta un grande sacrificio.
3. Ha sempre saputo di voler diventare ingegnere?
Non proprio. Da piccolo volevo fare il notaio, ma con il passare degli anni mi sono reso conto che quello che mi piaceva davvero e in cui ero bravo era l’ingegneria. Quando andavo a scuola, le materie che mi interessavano di più e in cui ero più brava erano matematica, fisica, chimica, tecnologia, disegno tecnico… In seguito, ho incanalato le mie idee fino a decidere in modo specifico quale fosse l’ingegneria che mi piaceva. Dopo di che, mi è sempre stato chiaro che questa era la mia vocazione e non ho mai avuto dubbi.
4.Come si svolge il suo lavoro quotidiano?
Nel mio lavoro quotidiano svolgo una serie di compiti. Il primo e più importante è lanciare un elenco di ordini di produzione in modo che la fabbrica possa lavorare. Questi ordini devono includere la corrispondente versione di produzione in cui vengono assegnati alla produzione i materiali necessari, i macchinari da utilizzare, i tempi di produzione e le regole di imballaggio per lo stoccaggio. Tutti questi compiti fanno parte del mio lavoro quotidiano.
5. Quale messaggio vorrebbe trasmettere alle future generazioni di donne interessate a intraprendere una carriera in ingegneria?
Vorrei dire loro di non avere paura, che se sentono davvero che questa è la strada per loro, devono lottare per ottenere ciò che vogliono. Che dovrebbero osare, perché è una carriera che, se si ha la capacità e il desiderio, si può raggiungere, anche se la strada sarà dura, bisogna studiare molto. Non devono pensare che solo gli uomini studiano ingegneria e che saranno soli; ogni giorno sempre più donne scelgono queste carriere. Devono essere coraggiose e avere idee e obiettivi chiari.
6. Quali obiettivi vuole raggiungere nel suo campo?
Vorrei imparare cose nuove ogni giorno e crescere come persona e come ingegnere. Essere in grado di aiutare gli altri con le mie conoscenze e migliorare il più possibile. Affrontare tutte le sfide che mi vengono poste e raggiungerle, dimostrando a me stessa che ho la capacità di sviluppare qualsiasi cosa mi metta in testa.
Grazie mille Raquel per averci raccontato la tua storia! Ci vediamo nel prossimo post 🙂